VITERBOSCEC - PERCHE' USARE GLI SCEC - VITERBOSCEC

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Perchè usare gli Šcec

a) Negli ultimi 30 anni gli investimenti nell’economia reale, negli scambi di beni, prodotti, servizi si sono ridotti fino al punto che, secondo gli attuali dati ufficiali, ogni giorno nelle borse mondiali solo il 3% degli scambi attiene al finanziamento dell’economia reale mentre il 97% è pura speculazione.
Ciò significa che di tutto quanto viene da noi prodotto attraverso le nostre capacità, solo il 3% viene reinvestito.
b) Negli ultimi 30 anni il peso della Grande Distribuzione Organizzata (sia alimentare che non) è salito costantemente a discapito del commercio tradizionale. Attualmente, nella GDO, la percentuale di prodotti provenienti da marchi multinazionali sfiora il 95%.
Ciò significa che di quanto noi spendiamo per le necessità familiari solo il 5% viene reinvestito nei territori in cui viviamo.
Noi potremmo anche produrre il doppio; noi potremmo anche consumare il doppio; potremmo così esaudire l’esigenza di crescita costante del Prodotto Interno Lordo, ma avremmo come risultato il solo arricchire ancor di più la speculazione e impoverire ulteriormente i nostri territori.
Arcipelago pone al centro del proprio progetto quella qualità, ormai dimenticata, chiamata buon senso; quel grano salis a disposizione di tutti e utilizzabile fin da subito.
Territori sani, essenza del locale, fanno una economia complessiva sana, sostanza del globale. Dobbiamo quindi riportare gli investimenti sull’economia reale; dobbiamo infine consumare di più ciò che noi stessi produciamo.
Lo Šcec interviene virtuosamente per ottenere questo.
Essendo l’utilizzo degli Šcec una percentuale sulla spesa effettuata in Euro, il loro utilizzo indirizza gli acquisti verso quei produttori, quei commercianti, quegli artigiani che reinvestono i guadagni sul proprio territorio e che scambiano le loro eccedenze/eccellenze con altri territori che partecipano al circuito di Arcipelago.
Utilizzare gli Šcec è affermazione della propria sovranità: singola e di gruppo, economica e sociale. È riappropriarsi dell’orgoglio del fare e del contare su ciò che si sa fare.
È amore per il proprio territorio e per la propria gente: entrambi si aprono all’amore reciproco, fieri di scambiarselo. Liberamente.


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